Nobile giuoco d’infanzia il saltar in te, pozzanghera, piccolo guazzo di generosità piovana infinita, frizzante melodia del tonfo secco di fanciulleschi piedi a fragor di superficie acquosa invogliante, sorridente, sbarazzina.

O soave pozza materna ed amica, sorella nel fangoso abbraccio di terra, compagna prediletta di ginocchia libere e vivaci, tu, senza timor di mostrarti per come sei, sincera sul sentiero appari ed il percorso inebri di ricordi.

Sciolta in te l’umiltà del terreno assetato, nobile sei, nella modestia dei tuoi bordi e nel minuscolo lago che in essi s’accoccola.

Ode a te, collana di gravide gocce, terreno riflesso di sole, sospirato mare dei bimbi.