Ho percepito un sentire,

piombato caldo sul collo del pensiero,

fra il buio che sbrana la notte

ed aghi d’abeti che s’innamorano al vento.

 

Delicata e frizzante frescura estiva

che fa capolino fra la calura del giorno,

ovattando rumori e ribaltando sensazioni,

in lieve sottrarsi al trascorrere del tempo.

 

Ho penetrato il cielo a colpi di sguardi,

indovinandone profondità,

scommettendone distanze,

cavalcandone bramosa l’infinito estendersi.

 

Vi ho adagiato desideri,

in afflato fra sinapsi,

e sangue nelle vene,

in sussulto d’immagini.

 

Levato corde e chiavistelli,

aperto porte, sciolto emozioni,

prosciugato calamai

e decorato intime tabule.

 

Mi son dunque accucciata,

nel giaciglio del fluire,

nel suo tenero ricamo

tra vita ed inchiostro.

 

Dolce scuotersi in arcaico risveglio,

polline al palato, linfa interiore,

baglior di luna, frammento di stelle, 

cosmico collante fra brivido e petto.